fisioterapia per spina calcaneare
Quale fisioterapia per la spina calcaneare? Scoprilo in questo articolo
Iniziamo col dire cos’è una spina calcaneare e poi come si può trattare con la fisioterapia.
La spina calcaneare è un osteofita, ovvero uno sperone osseo, simile ad un artiglio, che si sviluppa nella parte posteriore o inferiore del calcagno. Il calcagno è una delle 7 ossa del tarso.
Gli osteofiti sono piccoli speroni ossei che si formano lungo i margini articolari di ossa sottoposte a processi erosivi e irritativi dal carattere cronico.
Le ossa del piede vengono suddivise in tre gruppi: le ossa tarsali (o del gruppo tarsale), le ossa metatarsali (o del gruppo metatarsale) e le falangi.
Ossa tarsali o del gruppo tarsale o del tarso. Situate appena sotto l’articolazione della caviglia, sono in tutto 7 elementi ossei di forma irregolare: il talo (o astragalo), il calcagno, il navicolare, il cuboide e i tre cuneiformi (laterale, intermedio e mediale).
Ossa metatarsali o del gruppo metatarsale o metatarsi. Appartenenti alla categoria della ossa lunghe, sono in tutto 5 elementi, disposti parallelamente gli uni agli altri. La sezione prossimale, confina con le ossa tarsali cuneiformi e il cuboide; la sezione distale, invece, confina con le falangi.
Le falangi. Sono in tutto 14 e rappresentano gli elementi ossei costituenti le dita dei piedi. Tranne il primo dito, l’unico formato da 2 falangi, tutte le altre dita possiedono 3 falangi ciascuno.
Esistono due tipologie principali di spina calcaneare: la spina calcaneare inferiore e la spina calcaneare posteriore. Come si può intuire dai nomi delle due tipologie, l’elemento che distingue le due condizioni è la localizzazione dell’osteofita sul calcagno.
Come abbiamo anticipato, spesso associata a fascite plantare o a problematiche al tendine d’Achille, la spina calcaneare è la possibile conseguenza di: lesioni a carico di un tendine o un muscolo del piede, stiramenti eccessivi della fascia plantare oppure strappi ripetuti del periostio del calcagno.
I fattori di rischio che portano ad avere una spina calcaneare sono svariati, rientrano in questi i più importanti riportati qui:
Più raramente, la spina calcaneare può essere anche il risultato di malattie infiammatorie, come l’artrite reattiva, la spondilite anchilosante e l’iperostosi scheletrica idiopatica diffusa.
I sintomi in caso di spina calcaneare che sia inferiore o posteriore sono di dolore.
Nel caso di spina calcaneare inferiore il dolore si presenta soprattutto quando si appoggia il piede a terra e si carica per eseguire il passo. Spesso, come già accennato questo tipo di sperone è associato a fascite plantare; in questo caso il dolore si irradia lungo tutta la fascia plantare, che va dal calcagno alla zona metatarsale.
Nel caso di spina calcaneare posteriore invece il dolore si presenta, oltre che durante la camminata, anche con l’indossare scarpe rigide posteriormente o che premono contro la zona che presenta lo sperone calcaneare. Questo tipo di spina è spesso associata ad infiammazione del tendine d’achille e comporta quindi dolore diffuso anche a livello tendineo, sia durante la camminata che con la palpazione del tendine.
L’esame più indicato per individuare un problema come la spina calcaneare è la radiografia del piede (o raggi X al piede).
La radiografia del piede fornisce delle immagini sufficientemente chiare delle ossa del piede e delle anomalie che possono possedere. Anche la risonanza magnetica permette di evidenziare la presenza di speroni.
Il trattamento della spina calcaneare dipende dalla presenza o meno della sintomatologia e può prevedere una terapia conservativa (o non-chirurgica) oppure una terapia chirurgica. In assenza di sintomi, la spina calcaneare non richiede alcun tipo di trattamento.
In genere, il ricorso alla terapia conservativa rappresenta la scelta terapeutica di prima linea. Il ricorso alla pratica chirurgica, infatti, avviene solo quando le cure conservative non hanno fornito i risultati sperati e la sintomatologia è ancora in atto.
La fisioterapia per spina calcaneare conservativa non permette di eliminare la spina calcaneare, ma garantisce comunque ottimi risultati contro la sintomatologia dolorosa.
I più comuni trattamenti conservativi, adottabili in caso di spina calcaneare, consistono in un trattamento combinato di terapia manuale, tecarterapia e onde d’urto. Qui si seguito parliamo delle onde d’urto.
Il meccanismo di funzionamento delle onde d’urto nella spina calcaneare è molto semplice da spiegare. Il macchinario è costituito da un compressore ad alta potenza di compressione, collegato ad un manipolo (una specie di pistola). In quest ultimo tra i componenti troviamo una canna perfettamente liscia nella quale è contenuto un proiettile, che ad intervalli espressi in Hz, lo spinge con potenza variabile in base al trattamento necessario, contro una superficie in acciaio, contenuta in un puntale.
Va ricordato che le onde d’urto per spina calcaneare non sono un trattamento che da immediatamente un risultato in termini di abbassamento della soglia del dolore, piuttosto sono un trattamento biostimolante, davvero molto efficace. E’ quindi sottolineato che le onde non rompono alcuna calcificazione ma ne migliorano la sua presenza nella fisiologia del movimento del piede.
Ogni caso è chiaramente differente, così come le cause che sono alla base del disturbo. In linea teorica, le onde d’urto si eseguono a distanza di circa 7 giorni l’una dall’altra e le sedute consigliate sono inizialmente tre. In base alla sintomatologia e alla cronicità del problema si può decidere se effettuare un secondo ciclo di 3 onde d’urto.
La terapia chirurgica per la spina calcaneare comprende la rimozione dell’osteofita e, per i casi associati a fascite plantare, l’intervento di distensione della fascia plantare
Dopo la terapia chirurgica, è importante che il paziente si attenga ai consigli dei medici, per una guarigione efficace e senza complicazioni.
Tra i consigli medici, rientrano: il riposo fino al completo recupero della funzionalità del piede, l’applicazione di ghiaccio per sfiammare la sede d’intervento, l’elevazione della gamba e l’evitare di caricare da subito il piede operato (è indicato l’uso di stampelle).
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