Fisioterapia per la vestibolite vulvare
La vestibolite vulvare è un’infiammazione della mucosa che interessa il tessuto della vagina. Il vestibolo vulvare si trova vicino all’apertura vaginale, all’interno delle labbra. Il vestibolo vulvare è l’area dei genitali esterni femminili compresa tra le piccole labbra, delimitata anteriormente dalla clitoride, al quale seguono inferiormente il meato dell’uretra e l’orifizio della vagina.
A livello inferiore, questa regione vulvare è delimitata dalla commessura labiale posteriore.
Subito al di sotto della mucosa, queste terminazioni nervose formano un intreccio di reti sensitive, pronte a trasmettere uno stimolo sia tattile, che dolorifico, in corrispondenza del midollo spinale.
All’origine della vestibolite vulvare vi è spesso un’iperattività di alcune cellule del sistema immunitario, chiamate mastociti, che inducono uno stato infiammatorio prolungato. Al disturbo possono concorrere anche la contrazione riflessa dei muscoli pelvici e l’iperstimolazione delle terminazioni nervose deputate alla percezione del dolore.
La vestibolite vulvare si manifesta tipicamente con arrossamento della mucosa del vestibolo vulvare, dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia) e forte bruciore localizzato. Ciò comporta una serie di fastidi più o meno limitanti.
Se non viene gestita tempestivamente, questa problematica può persistere per anni e, in genere, le manifestazioni tendono a estendersi anche alla regione perianale o ad altre zone genitali inizialmente non coinvolte.
Non ci sono cause univoche per la comparsa di questo tipo di infezione, ma si possono individuare delle situazioni che favoriscono l’insorgere della vulvodinia:
Inoltre possono essere considerati come fattori scatenanti, dove ci sia già una predisposizione, la comparsa di micro-traumi (in seguito a un rapporto poco lubrificato) o anche un’alimentazione troppo ricca di lieviti, irritanti per le vie urinarie.
Come si può notare, sono tutte concause che rappresentano manifestazioni tipiche in menopausa. Ecco perché è bene non sottovalutare questi segnali in quel determinato periodo della vita.
È opportuno lavare la zona con l’acqua tiepida ogni volta dopo aver urinato in modo da eliminarne ogni residuo. Se ve n’è la possibilità, fare bagni alla zona pelvica, immergendola in acqua tiepida in cui sono stati disciolti 3 cucchiai di bicarbonato di sodio: questo lenisce il dolore e allevia il prurito.
È opportuno inoltre evitare alimenti ricchi di ossalato (certe verdure, frutta, cereali, legumi), poiché questo favorisce la creazione di cristalli nelle urine e contemporaneamente la frequenza del bisogno di urinare.
I farmaci per gestire la vestibolite sono:
È sconsigliato l’uso di antibiotici poiché alterano la flora intestinale e favoriscono l’insorgere di infezioni genitali, come la candida. Se tutti questi rimedi non hanno funzionato dopo terapie lunghe e il dolore è ancora insopportabile è possibile intervenire chirurgicamente con una vestiboloplastica vulvare.
Tra i rimedi non invasivi, si possono citare l’agopuntura, l’olio con vitamina E e, ovviamente, la fisioterapia.
Inoltre, si favorisce la guarigione anche prendendo qualche piccolo accorgimento pratico e quotidiano:
Sono molte le figure che andrebbero coinvolte per curare questo disturbo: il ginecologo, il dietologo, il sessuologo e il neurologo insieme possono individuare la terapia più appropriata e il più possibile personalizzata; perché risolvere il problema della vestibolite vulvare, sebbene possa richiedere anche diversi mesi di terapia, è possibile!
In aggiunta alla terapia farmacologica che il medico riterrà più opportuna, possono essere d’aiuto:
Gli esercizi che si utilizzano nella fisioterapia per la vestibolite vulvare sono mirati a rafforzare i muscoli del pavimento pelvico, qui di seguito ne indichiamo alcuni.
Gli esercizi di Kegel possono essere eseguiti ovunque ed in ogni momento del giorno: seduti, in piedi, sdraiati o durante il bagno. Per eseguirli sono necessari semplici movimenti controllati:
Inizialmente, può risultare difficile contrarre i muscoli pelvici per 10 secondi: se così fosse, si consiglia di iniziare in modo graduale, contraendo dapprima i muscoli per 4-5 secondi, per poi aumentare progressivamente il tempo di contrazione fino a 10 secondi.
Anche se non lo sappiamo e non ci viene detto, lo yoga e la ginnastica posturale già ci insegnano, in realtà, le posizioni più corrette per rafforzare il nostro pavimento, tra tutte il ponte e il gatto.
Per quanto riguarda il ponte, bisogna stendersi supine con le gambe unite e perpendicolari al corpo e poi sollevare ed abbassare il bacino per 6 volte.
Per eseguire il gatto invece bisogna mettersi a carponi e ripetere questo esercizio: inspirare mentre si inarca la schiena e abbassa la pancia, espirare quando si ripristina la posizione normale e si tira in dentro la pancia. Così, lentamente, per 10 volte consecutive.
Stendersi supini con un cuscino dietro la schiena ed immaginare che dentro la vagina ci sia un ascensore. Stringete i muscoli (come se doveste trattenere la minzione) cercando di far salire quest’ascensore immaginario verso l’alto. Ad ogni contrazione, un piano in più. Arrivare al proprio massimo e poi, lentamente, farlo scendere, rilasciando i muscoli.
Ripetere questo esercizio ogni giorno per 5 minuti e già dopo il primo mese si otterranno i primi risultati. In caso di prolasso avanzato (riconoscibile da un’incontinenza reiterata e massiccia e dall’incapacità di tenere e percepire alcunché all’interno della vagina).
Si consiglia tuttavia di rivolgersi ad uno specialista che possa consigliarvi e seguirvi in un percorso riabilitativo più idoneo e strutturato.
La prevenzione rimane comunque l’arma più efficace. Ad esempio, è utile curare fino in fondo le piccole infiammazioni; astenersi dal fare sesso finché l’infiammazione non sia del tutto passata per evitare eventuali microtraumi della mucosa. Regolare al meglio l’alimentazione e il nostro stile di vita, sopratutto se troppo sedentario o troppo stressante.
Un sollievo a questi sintomi può venire da creme a base di vitamina A e D che vanno a proteggere la pelle, diminuendo l’irritazione e riducendo il dolore quando è ancora lieve, è utile anche fare sciacqui in acqua tiepida con bicarbonato per aiutare a lenire il dolore vulvare, il prurito e il bruciore.
Un aiuto a questo fastidio molto diffuso può venire dal biofeedback: gli esercizi vanno a rafforzare i muscoli deboli del pavimento pelvico e li rilassano quando sono contratti.
La terapia più adatta, in genere, è sempre quella mirata sui sintomi della persona.
Per ulteriori informazioni riguardanti la fisioterapia per la vestibolite vulvare o per prenotare una valutazione fisioterapia in un Centro Kinesis Sport con la fisioterapista specialista puoi scrivermi da questo form.
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