Magari facciamo fatica ad avvitare il tappo di una bottiglia, abbiamo difficoltà a fare i nodi oppure ad abbottonare la camicia. Ci accorgiamo che quando diamo una stretta di mano lo facciamo con qualche esitazione. Potresti avere bisogno di fisioterapia per la rizoartrosi.
Artrosi alle mani, specialmente evidente al pollice della mano sinistra.
A volte non abbiamo dubbi che sia rizoartrosi e ce ne accorgiamo immediatamente perchè, nell’esecuzione di un movimento abituale, che fino a poco prima avevamo fatto con facilità, avvertiamo un dolore vivo e lancinante, che ci costringe addirittura a lasciare un oggetto che abbiamo in mano.
La rizoartrosi è una malattia di cui la causa, molto spesso, è sconosciuta. È cronica e degenerativa e colpisce una percentuale di persone rilevante.
Intanto è una patologia artrosica, quindi degenerativa, che si manifesta alla radice del pollice. L’ARTICOLAZIONE COINVOLTA SI CHIAMA TRAPEZIO METACARPALE.
Le ossa della mano. L’attaccatura del pollice alla mano è l’articolazione trapezio metacarpale..
L’esordio, nella maggior parte dei casi, è dai 45 anni in poi. È prevalente nel sesso femminile e nella maggioranza dei casi è bilaterale.
In alcuni casi, la causa dell’alterazione della cartilagine articolare può essere dovuta alla ripetizione costante di movimenti che nel tempo porta a una lesione di un legamento.
È il legamento anteriore obliquo.
La sua funzione serve a stabilizzare l’articolazione durante l’esecuzione dei movimenti. La sua lesione porta a una sublussazione verso il dorso della mano del primo metacarpo.
La conseguenza:
il dito non si muove più secondo i normali “binari” articolari fisiologici portando verso quadri artrosici sempre più invalidanti.
Non è necessario che il lavoro sia particolarmente pesante per predisporre ai dolori artrosici della mano, come ad esempio il muratore o il carpentiere. Anche la manualità fine e delicata, ripetuta nel tempo, come quella delle sarte o di alcuni musicisti, può a volte portare alla manifestazione di questa condizione patologica.
L’articolazione trapezio metacarpale, infatti, lavora sempre in una condizione di compressione. Vuol dire che per l’esecuzione di qualsiasi movimento, l’attivazione muscolare che permette la mobilità in tutte le direzioni, prima di tutto porta in avvicinamento i capi articolari. Questo serve a dare stabilità.
Richiede tempo e collaborazione tra il paziente, il fisioterapista e il medico. Solo nei casi maggiormente gravi e invalidanti, nei quali il trattamento conservativo fisioterapico e farmacologico non abbia dato esito, si deve ricorrere al trattamento chirurgico.
Per procedere a un intervento riabilitativo adeguato e personalizzato, è necessario avere una diagnosi dal medico ortopedico, che attraverso una valutazione clinica ed esami radiografici, potrà indicare quale tipo di strada si debba percorrere.
Nella maggioranza dei casi la fisioterapia per la rizoartrosi è la strada più efficace. Comunque, è la prima da percorrere.
In aggiunta, il medico può fornire delle indicazioni farmacologiche, oppure l’utilizzo di tutori notturni che vanno confezionati su misura. Nei casi maggiormente dolorosi è anche possibile che, oltre alla riabilitazione, sia consigliato l’uso di tutori durante il giorno.
Se ne trovano molti in commercio nelle farmacie specializzate. Sono, di solito, delle fasce con velcro che possono essere sistemate in autonomia dallo stesso paziente e che avvolgono la parte della base del pollice.
È sempre meglio, però, fare riferimento al medico specialista e farsi confezionare su misura da un fisioterapista specializzato anche questi tutori.
Non è detto che un tutore o una fascia standard vadano bene per ogni persona..
Gli obiettivi della fisioterapia per la rizoartrosi sono di fare in modo che la funzione della mano perduri il più possibile senza dolore, o con un dolore sopportabile che permetta lo svolgimento della maggior parte delle attività quotidiane. Dobbiamo considerare il ripristino della migliore biomeccanica possibile: sia dal punto di vista articolare sia muscolare, impedendo ipotrofie e contratture.
Essendo poi una patologia degenerativa è importante considerare gli aspetti di prevenzione delle deformità articolari, delle contratture e della sublussazione del 1° metacarpo.
È infine d’importanza capitale fornire delle indicazioni su come svolgere le normali attività in modo tale da non compromettere l’articolazione, non sollecitarla in senso doloroso e non stimolarla in modo peggiorativo rispetto al quadro artrosico.
Con il tempo, la mano della persona con rizoartrosi diventa più debole e i muscoli perdono tono, specialmente in alcuni distretti.
La fisioterapia per la rizoartrosi deve educare il paziente a un uso della mano funzionale, ma non traumatico, deve consigliare e controllare l’utilizzo dei tutori. si occupa di rinforzare i muscoli che giocano a favore di un riposizionamento dell’articolazione nella sua sede corretta e allungare quelli che sono accorciati e che predispongono all’aggravarsi della patologia.
Alcuni studi effettuati dall’Università degli Studi di Torino affermano che il carico biomeccanico cui l’articolazione trapezio metacarpale è sottoposta durante certe prese, sia più di 13 volte maggiore al carico muscolare esercitato nella presa stessa.
Da questo semplice rilevamento si capisce quale sia l’importanza di un corretto utilizzo della mano con strategie di presa alternativa, ma ugualmente funzionali che il terapista potrà valutare e proporre in modo personalizzato, secondo il caso.
I principali muscoli protagonisti sono tre:
Vediamoli nel dettaglio e capiamo come funzionano.
Come tutte le articolazioni di tutto il corpo, il benessere è dovuto a un equilibrato funzionamento biomeccanico del sistema.
Significa che dobbiamo pensare alle articolazioni come a degli snodi, come fossero i cardini della porta, e pensare ai muscoli e ai tendini come tiranti elastici, che fanno muovere la porta e la tengono ferma in una posizione.
Se l’articolazione è ben centrata – nel nostro caso se il cardine della porta è ben sistemato- e i tiranti lavorano seguendo delle linee corrette- e la porta non è strattonata come potrebbe fare un bambino appendendosi alla maniglia- tutto funziona per il meglio.
Anche se avessimo dei serramenti vecchi, usandoli con cura potremmo farli durare per molto tempo.
Il perno è l’articolazione trapezio metacarpale e i tiranti sono principalmente i muscoli di cui abbiamo parlato prima:
La fisioterapia per la rizoartrosi è molto importante sia fatta seguendo queste indicazioni.
Si deve pensare a programmare un rinforzo selettivo dei muscoli in grado di centrare l’articolazione e allungare quello che tende a portarla fuori dalla sua sede.
I muscoli che stabilizzano l’articolazione sono: l’interosseo dorsale e l’opponente del pollice.
È importante programmare esercizi che rinforzino questa coppia muscolare cosi da favorire l’utilizzo della mano nella maniera più fisiologica e indolore possibile.
Come abbiamo visto, però c’è un altro protagonista nel dolore dell’articolazione trapezio metacarpale.
Molto spesso si trova retratto e dolente; si può evidenziare per la presenza di trigger point e d’irradiazione dolorosa alla sua palpazione. È molto importante trattarlo in modo efficace e professionale perché il suo accorciamento tende a portare l’articolazione in una posizione di sublussazione.
Come abbiamo detto prima, uno degli obiettivi che ci si propone nella fisioterapia per la rizoartrosi, è la riduzione del gonfiore e della tumefazione che si realizza nella zona di attacco del pollice. Ci sono delle terapie che possiamo utilizzare che si sono dimostrate efficaci? Sì.
Sono la:
In questa immagine possiamo vedere l’ esecuzione degli ultrasuoni in acqua. Sono molto indicati nei casi di rizoartrosi.
Su quest’aspetto, però, non ci soffermiamo molto. È meglio farsi consigliare direttamente da un fisioterapista esperto nel settore che ci può dare la risposta più adatta al nostro caso.
La mano non è comunque svincolata dal resto del corpo. Un fisioterapista attento deve valutare anche la funzionalità dell’arto superiore, della spalla e del gomito, per controllare le influenze di questi distretti sulla mobilità della mano. Deve inoltre porre attenzione alla postura con cui vengono eseguiti i movimenti.
Se abbiamo, per esempio, una spalla dolente e poco mobile, questa vincolerà per forza anche i movimenti che facciamo con il braccio e con la mano. A volte è sufficiente dare maggiore libertà di movimento alla spalla per permettere alla mano di orientarsi in modo diverso e con maggiore facilità.
La rizoartrosi continuerà a esserci e ad avere bisogno di un trattamento specifico, ma la sintomatologia magari andrà meglio.
A volte facciamo per abitudine dei movimenti, senza avere la necessaria propriocettività nella loro esecuzione. In questo modo utilizziamo in maniera scorretta e impropria tutta una serie di muscoli che altrimenti non utilizzeremmo. Il risultato è che la fatica e lo sforzo che ci mettiamo sono molto maggiori di quello effettivamente necessario.
Un ultimo appunto da fare, quindi, è che bisogna imparare a eseguire i gesti della vita quotidiana in modo più economico. Facciamo attenzione a non influire negativamente sulla patologia.
Alcuni consigli possono essere quelli di ingrandire le impugnature con specifici sistemi sanitari. Sono presidi facilmente reperibili nelle farmacie o nei rivenditori di materiale ortopedico e sono accessibili anche a livello economico.
Anche l’apertura di barattoli e bottiglie può essere facilitata attraverso l’uso di accorgimenti di comoda reperibilità in negozi specializzati: sono sistemi che distribuiscono meglio il carico e che facilitano cosi la distribuzione dello sforzo su tutta la mano.
…e se dobbiamo suonare un campanello, piuttosto che premere il pulsante della lavatrice… non facciamolo con il pollice.
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Dott. Fabio Marino
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