Fisioterapia per bambini disabili
Fisioterapia per bambini disabili
Il paziente pediatrico che giunge al trattamento in ambulatorio è sempre un caso complesso.
I problemi che può avere sono in relazione ad ambiti diversi e possono essere di diversa gravità. Queste situazioni cliniche e patologiche condizionano l’evoluzione delle capacità non solo motorie, ma anche cognitive e relazionali.
In base al tipo di patologia si possono incontrare bambini con disturbi sfumati, ma anche incorrere in casi la cui gravità è maggiore e le aree colpite appartengono a più sfere d’interesse riabilitativo e medico.
Il medico referente per queste situazioni è il neuropsichiatra infantile.
Decide la terapia farmacologica e medica e coordina le terapie di supporto più adatte per il bambino. Vi possono anche essere altre figure che ruotano intorno al paziente pediatrico quali il fisiatra, l’ortopedico, il foniatra, il neurologo, il pediatra.
Tra queste ci sono:
Sono diverse competenze su cui ciascuna figura professionale lavora in modo specifico. È quindi fondamentale lavorare in equipe e concordare gli obiettivi in modo che tutte le figure interessate al percorso di cura siano orientate in una direzione precisa e che insieme percorrano la strada migliore per il paziente.
La famiglia, la scuola sono elementi che vanno considerati in modo particolare per pianificare un iter e un percorso di cura adatto, personalizzato e mirato sugli obiettivi.
Il nucleo familiare dove è presente un bambino disabile necessita di un supporto e un sostegno psicologico per accompagnare i genitori nel difficile percorso di accettazione e aiuto al piccolo paziente.
La fisioterapia è uno strumento indispensabile nella cura dei bambini con disabilità e si può riferire ad aspetti diversi della patologia.
Come abbiamo già avuto modo di spiegare, nella riabilitazione infantile è necessario tenere conto di molti aspetti tipici della età di sviluppo. Qui ne prendiamo in considerazione alcuni relativi alla fisioterapia per bambini disabili con condizioni patologiche specifiche.
Per semplicità, individuiamo due grandi aree d’intervento sapendo di poter dare solo delle indicazioni di massima. Per entrare nel dettaglio delle terapie e delle modalità esecutive è bene sempre riferirsi al proprio fisioterapista di fiducia con il quale affrontare la situazione direttamente.
I PAZIENTI POSSONO PRESENTARSI CON PROBLEMATICHE DIVERSE:
Definiamo il paziente neurologico come quel bambino i cui problemi principali riguardano la sfera neurologica con interessamento del sistema nervoso centrale.
Significa che la causa dei disturbi è da ricercare in un danno neuromotorio precoce a livello del sistema nervoso centrale che ha provocato delle limitazioni nel movimento e in altre sfere della persona.
Le caratteristiche tipiche di queste patologie sono la rigidità spastica, l’irradiazione del movimento a segmenti diversi da quelli che svolgono direttamente la funzione, e l’utilizzo di schemi patologici che tendono a ripetersi in modo costante durante le funzioni motorie.
Sono tendenze che, se non trattate, possono portare a rigidità molto invalidanti con conseguenti retrazioni muscolo tendinee e perdita della capacità e possibilità di muoversi.
Il cervello del bambino, infatti, è in una fase di plasticità molto grande per cui gli stimoli riabilitativi proposti hanno la possibilità di apportare delle modificazioni e dei miglioramenti in maniera più stabile e veloce. Inoltre siamo in grado d’influenzare precocemente il bambino con stimoli corretti in modo che li possa utilizzare durante la crescita.
Gli obiettivi motori, psicomotori e cognitivi verranno stabiliti in equipe in base alle valutazioni specifiche delle singole figure professionali. Il piano di trattamento prenderà in considerazione l’evoluzione del bambino in tutte le fasi evolutive.
La parte riabilitativa propria della fisioterapia si riferisce al movimento, alle acquisizioni delle competenze motorie, alla possibilità degli spostamenti. Deve tenere in considerazione vari aspetti:
Vediamole un po’ più precisamente.
Gli stimoli proposti al bambino vanno messi in relazione allo stadio di acquisizione delle competenze motorie in base all’età. I primi anni di vita, infatti, vedono il bambino cambiare molto velocemente e raggiungere degli stadi evolutivi e delle abilità sempre più complesse.
Nella fisioterapia per bambini disabili non è sempre possibile, nonché necessario, ripercorre tutti gli stadi evolutivi, ma risulta fondamentale basarsi su una scala di riferimento per l’impostazione del trattamento e per la definizione degli obiettivi da raggiungere.
In linea generale le competenze che devono essere stimolate nell’ambito dell fisioterapia per bambini disabili sono:
La mobilità di un bambino con disabilità ha come obiettivo il renderlo più autonomo possibile.
Laddove non fosse possibile un’autonomia indipendente sarà necessario fornire gli aiuti per il mantenimento delle posizioni o per gli spostamenti.
Diamo degli esempi di modalità di trattamento, ma teniamo a precisare che la complessità del singolo caso e gli obiettivi specifici di ciascun bambino possono variare anche in maniera sostanziale.
La cura dei bambini deve essere assolutamente individuale.
Questo è un requisito fondamentale per tutte le altre competenze motorie successive.
Sono delle abilità posturali che si acquisiscono normalmente nei primi mesi di vita e che consentono poi l’uso delle braccia per l’esplorazione manuale e visiva.
A seguito del controllo del capo, la fisioterapia per bambini disabili può procedere con il potenziamento della posizione seduta e quindi di quella eretta.
Si possono offrire delle facilitazioni neuromuscolari di vario tipo che si differenziano anche di molto a seconda delle impostazioni teoriche di coloro che ne fanno uso e delle aree di sviluppo potenziabili e utilizzabili nel bambino. È di competenza del fisioterapista esperto la scelta di un approccio piuttosto che un altro.
Ci sono dei metodi più indicati nelle patologie del movimento molto gravi e laddove anche le funzioni cognitive e attentive siano scarse. Si tratta di tecniche passive e riflesse volte a fare emergere il più possibile movimenti adattivi, oppure a stimolare posizioni per ridurre la rigidità di tipo spastico.
Altri approcci sono maggiormente significativi e utilizzabili con successo su pazienti con compromissioni motorie anche gravi, ma con un interessamento cognitivo minore.
Utilizzano la attenzione come requisito per la proposta terapeutica fornendo esercizi molto mirati e complessi che progressivamente affrontano le difficoltà motorie del paziente.
Come al solito, la terapia migliore è quella che si adatti meglio al paziente e che il terapista pone in essere in base alle competenze da acquisire, al momento terapeutico, alle potenzialità e agli obiettivi di ciascuno.
Può rendersi necessaria l’adozione di un deambulatore con appoggi progressivamente minori, fino ad arrivare all’uso di stampelle. A volte è necessario proporre l’ausilio di un tripode o di un quadripode, a seconda di quale mezzo permetta una funzione motoria migliore.
La deambulazione deve possibilmente essere effettuata nella maniera più funzionale possibile e rendere indipendenti gli altri distretti corporei, primi fra tutti le braccia. Bisogna porre attenzione al fatto che le gambe abbiano una atteggiamento fisiologico, che la loro funzione sia il più possibile indipendente dal movimento delle mani e delle braccia.
Quando l’obiettivo è la acquisizione di una competenza motoria degli arti superiori si deve partire da una posizione stabile nella quale il piccolo paziente non sia costretto a controllare troppe componenti posturali. I pazienti con deficit neurologico hanno la difficoltà nel controllo della indipendenza del movimento.
In linea generale, se si deve operare su una zona del corpo specifica, si propongono attività terapeutiche che coinvolgano solo quella parte in modo esclusivo. Successivamente si può inserire lo stesso movimento segmentale all’interno di modelli motori più complessi.
Per la fisioterapia per bambini disabili la scelta degli ausili può essere un elemento molto importante per stimolare o sostituire una competenza motoria deficitaria.
Ci sono ausili per gli arti inferiori per il controllo del piede del ginocchio e delle anche. Ce ne sono per il tronco e per la posizione seduta.
Gli arti superiori possono essere contenuti e guidati a vari livelli: dalla spalla alla mano.
Per la deambulazione si possono usare le stampelle oppure dei deambulatori con caratteristiche specifiche e diverse a seconda del caso. L’appoggio può essere anteriore a livello degli avambracci o solo delle mani. Ci possono essere delle ruote sterzanti piuttosto che dei puntali che limitano e controllano l’andatura.
Le attività della vita quotidiana e lo sport
Ad oggi lo sport per disabili ha raggiunto dei livelli nei quali c’è grande varietà di possibilità e di proposte specifiche per ogni tipo di disabilità.
Non è oltretutto necessario pensare a uno sport adattato per i bambini con disabilità motorie. Questi bambini possono praticare gli stessi sport degli altri.
L’equitazione è una attività particolarmente indicata per i bambini disabili, anche gravi, e riesce a sollecitare delle competenze motorie e delle abilità di controllo posturale elevate. Le associazioni in questo ambito sono molte e molto differenziate. Riescono a proporre delle attività mirate anche nelle condizioni di disabilità maggiori.
È chiaro che qualsiasi attività ludica sportiva debba essere alla portata del singolo. È sempre meglio valutarla insieme all’equipe di lavoro e il fisioterapista referente per il bambino.
Nella fisioterapia per bambini disabili può essere necessario apportare delle stimolazioni di supporto alla attività muscolare sia in senso contenitivo che facilitatorio.
Nel caso, ad esempio, ci trovassimo nella situazione in cui la deambulazione sollecita troppo un ginocchio in recurvato (ossia in una condizione d’iperestensione in fase di appoggio plantare) l’applicazione di un bendaggio di contenimento potrebbe essere indicata.
La rieducazione successiva, in questo modo, può fare un lavoro più mirato sul cammino senza dare sollecitazioni lesive al ginocchio.
Bendaggio funzionale
Il taping neuromuscolare, invece, si avvale della applicazione di bande elastiche, con una elasticità sovrapponibile a quella della pelle. La loro funzione è svolta, anche in questo caso, dalla modalità di applicazione. Si tratta di sollecitare maggiormente un muscolo attraverso uno stimolo propriocettivo continuo e costante.
Il tape è posizionato in modo da attivarsi, attraverso la creazione di grinze sotto la pelle, a ogni movimento. Queste piegature provocano un aumento della stimolazione propriocettiva e della circolazione sottostante il cerotto che favoriscono il controllo e la contrazione del muscolo.
Riprendendo l’esempio del ginocchio fatto in precedenza, possiamo optare per la applicazione del taping in modo da favorire una contrazione muscolare che contrasti il movimento eccessivo di estensione durante il cammino.
Questo tipo di paziente è affetto da una malattia ereditaria o acquisita che comprende una serie di condizione patologiche che influiscono sul funzionamento del muscolo attraverso un disordine del:
Il nostro compito non è quello di fare una disamina sulla classificazione o entrare nel merito della condizione patologica. È un settore molto specifico della medicina e molte sono le informazioni che si possono trovare.
Il nostro obiettivo è dare delle indicazioni di massima sul trattamento di fisioterapia per bambini disabili affetti da malattie di questo tipo.
Le forme cliniche possono essere stabili o velocemente evolutive, per cui la valutazione del soggetto varia in modo significativo.
Nelle forme stabili, cioè che tendono a rimanere tali e non peggiorare con il tempo gli obiettivi sono:
La fisioterapia deve mirare alla acquisizione della maggiore quantità di competenze motorie possibili effettuate nel modo più fisiologico.
Nei distretti muscolari maggiormente colpiti dal danno i muscoli non si sviluppano in modo adeguato. Tendono a diventare fibrotici e a retrarsi imponendo degli atteggiamenti posturali e delle posizioni scorrette.
La fisioterapia deve cercare di evitare il più possibile che queste condizioni si verifichino e impostare, con il medico e con il terapista occupazionale, un protocollo per affrontare il problema nella maniera migliore.
Oltre al percorso di potenziamento delle abilità e di strutturazione delle competenze relative all’età una parte importante è la individuazione di ausili che possano vicariare la funzione deficitaria.
Esistono, poi, delle forme evolutive, ossia che tendono a peggiorare rendendo i muscoli sempre più deboli.
In questi casi è importante mantenere gli obiettivi precedenti sapendo che vanno modificati nel tempo e messi in relazione alle modifiche delle prestazioni del bambino.
Si devono adottare tutti i sistemi possibili per fare in modo di preservare la capacità respiratoria il più a lungo possibile e renderla funzionale al meglio.
La fisioterapia per bambini disabili in questo settore dispone di esercizi specifici di respirazione diaframmatica, di mobilizzazione della cassa toracica e del cingolo scapolo toracico, di rinforzo dei muscoli accessori.
Esistono apparecchi appositi per l’incremento della capacità e resistenza ventilatoria adatti anche per i pazienti più piccoli. Vanno valutati sul singolo caso insieme al medico.
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