L’elettrostimolazione muscolare è una metodica fisioterapica che prevede l’utilizzo di un apposito apparecchio, chiamato elettrostimolatore, il quale è deputato a stimolare le contrazioni muscolari tramite impulsi elettrici. Attraverso una quantità molto piccola di energia elettrica si produce una contrazione (passiva) efficace del muscolo, con lo stesso risultato di una contrazione generata dal sistema nervoso vero e proprio. Ciò è possibile, in quanto gli elettrodi applicati al corpo generano un campo elettrico in grado di raggiungere le placche motrici e, dunque, di stimolare la contrazione del muscolo.
Sin dall’epoca dell’impero romano l’uomo ha conosciuto quelli che possono essere gli effetti curativi e benefici portati dalla corrente come uso terapeutico. Sembra infatti che i romani usassero le scariche elettriche prodotte da pesci come le Torpedini per curare malattie, quali la gotta.
Uno dei pionieri nello studio dell’elettrostimolazione è stato Luigi Galvani che conseguì la laurea in medicina a Bologna nel 1759 distinguendosi per avere effettuato studi sulla stimolazione nervosa. Approfondì il fenomeno cercando di capire quali potessero essere le reazioni causate sul nervo animale dalle scariche elettriche.
Negli anni successivi ai primi esperimenti di Galvani, altri studiosi si mossero in questa direzione, arrivando a creare i primi elettrodi per produrre effetti terapeutici (ovviamente provando prima sugli animali in laboratorio).Le prime pratiche di elettrostimolazione terapeutica risalgono ai primi anni del 900 in cui, dopo aver studiato la capacità e consistenza di un muscolo, fu approfondito il concetto della quantità di corrente, del suo voltaggio, e del tempo cui poteva essere introdotta nel muscolo stesso.
Intorno agli anni settanta l’elettrostimolazione muscolare inizia ad essere utilizzata a scopi riabilitativi e fisioterapici (effetto antalgico, antinfiammatorio e recupero del trofismo muscolare), ma oggi è utilizzata anche in altri campi: come ad esempio il settore estetico o a quello sportivo.
Per quanto riguarda il settore estetico il discorso è un po’ complesso, ma una cosa è sicura: l’elettrostimolazione muscolare da sola non fa dimagrire, ma può aiutare a tonificare la muscolatura.
L’elettrostimolatore produce una contrazione involontaria del muscolo (passiva), che riesce a raggiungere il livello di “stress” necessario da stimolare in risposta un rafforzamento e una crescita del muscolo stesso.
Non bisogna considerare questo dispositivo come un attrezzo miracoloso che tonifica il muscolo in un paio di sedute. Per scolpire gli addominali, le gambe, le braccia bisogna affiancare all’uso di un dispositivo di elettrostimolazione muscolare lunghe sessioni di allenamento e dieta mirata. La perdita dei chili, infatti, deve partire dalla tavola, seguendo un’alimentazione senza cibi grassi ed equilibrata. L’elettrostimolatore funziona solo se utilizzato con l’approccio mentale corretto.
Diverso il discorso invece quando si parla di riabilitazione, infatti studi recenti hanno dimostrato che l’utilizzo dell’elettrostimolazione ha una effettiva efficacia se utilizzato nella riabilitazione e nel trattamento del dolore muscolare.
Anche in campo sportivo sono stati fatti diversi studi dimostrano che questo tipo di stimolazione dei muscoli consente lo sviluppo della forza massimale (anche se con una grande diversità di risultati ottenuti) che vanno da un’incremento pari a 0% fino addirittura ad un incremento del 44%.
Come abbiamo visto sopra, l’elettrostimolazione muscolare viene utilizzata per: migliorare le capacità muscolari, per favorire le riabilitazioni e anche per ragioni estetiche. Di seguito elencheremo nello specifico in che situazioni l’elettrostimolazione muscolare può essere un valido aiuto:
Senza entrare nel campo della fisica eccessivamente complesso, possiamo affermare che l’elettrostimolazione è una pratica che sfrutta un generatore di corrente che sostituisce passivamente il normale meccanismo neurofisiologico che utilizza le strutture nervose per dare lo start alla contrazione muscolare.
Il macchinario è provvisto di uno o più Canali (sono coppie di fili), che alle proprie estremità, hanno un elettrodo che si applica sulla pelle del paziente in corrispondenza delle placche motorie. Ogni cavo ha una sua polarità (positiva e negativa), che è molto importante per un corretto funzionamento dell’elettrostimolazione.
Di regola si prevede che il cavo positivo si posiziona più cranialmente mentre il cavo negativo si posiziona più caudalmente. Tale regola può essere, anche non rispettata, ma si avrà una contrazione meno pulita.
Quando si vuole fare una buona elettrostimolazione muscolare, occorre per prima cosa detergere la cute. Si consiglia quindi di strofinare con dell’alcol per sgrassare ed eliminare le impurità che si hanno sulla pelle.
Dopodichè bisogna evitare di applicare gli elettrodi su zone provviste di molta peluria, sarebbe opportuno depilare la zona interessata al trattamento.
Infine bisogna ricordarsi di conservare gli elettrodi applicati nella plastica fornita e ricordarsi di inbustarli per bene appena terminata la sessione di elettrostimolazione.
Quando si fa partire il macchinario, si inizia gradualmente ad aumentare l’intensità. All’inizio si potrà avvertire un leggero fastidio sulla pelle e successivamente si arriverà a percepire un blando movimento di alcune fibre muscolari. Se il posizionamento è corretto, si arriverà ad una vera e propria contrazione muscolare passiva.
All’aumentare dell’intensità dell’elettrostimolatore, si avvertirà sempre una maggiore contrazione, fino ad arrivare ad un vero e proprio “dolore”(si deve sempre cercare di raggiungere una soglia di confort/ contrazione adeguata). Dopo alcuni minuti e durante tutta la sessione è bene aumentare di pochi punti l’intensità in quanto spesso il muscolo interessato va incontro ad un fenomeno di accomodazione.
Non esiste una regola generale, in quanto le intensità variano da persona a persona e sopratutto da distretto muscolare.
La durata di una seduta domiciliare o a studio fisioterapico, è variabile tra i 20-30 minuti. Può essere ripetuta anche più volte al giorno, ma aumenta il rischio di avere i giorni seguenti dolori muscolari.
Nel caso in cui si utilizzi una elettrostimolazione per fitness, sarà cura del preparatore atletico strutturare un programma di terapia complementare con l’allenamento.
Un elettrostimolatore può avere tantissimi usi: può essere impiegato per il rinforzo muscolare, contro il dolore, durante una preparazione atletica, e infine per uso estetico.
Fortunatamente, abbiamo la possibilità di scegliere tra numerose marche, che offrono prodotti adatti a ogni fascia di prezzo e ad ogni esigenza fisica. Andiamo quindi da elettrostimolatori più semplici dal costo contenuto (30/40 euro), TIPO QUESTO DELLA TESMED, fino ad arrivare ad apparecchi decisamente professionali, che iniziano ad avere un costo più elevato (fino ad arrivare a 2000 euro).
Le maggiori case produttrici di questi prodotti generalmente offrono sia dispositivi per l’elettrostimolazione muscolare, che fasce esclusivamente pensate per i massaggi. Alcune molto conosciute e commerciali, altre invece più specifiche per gli sportivi e gli studi medici. Per citarne qualcuna, ricordiamo Compex, Beurer, Homedics, Globus, I-tech, Sanitas, Tesmed, Charminer.
Se posso permettermi di consigliarti un buon elettrostimolatore spendendo poco, e che ha programmi adatti per stimolare tutto il corpo, ti consiglio questo qui sotto:
Per ulteriori informazioni riguardanti l’elettrostimolatore muscolare: cos’è e come funziona o per prenotare una valutazione fisioterapica in un Centro Kinesis Sport puoi scrivermi da QUI
Dott. Fabio Marino
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