dolore al menisco fisioterapia
Cosa ci può essere dietro al dolore al menisco?
In questo articolo andremo ad esaminare tutte le problematiche che possono suscitare dolore al menisco.
I menischi, presenti all’interno del ginocchio, sono due strutture composte da fibrocartilagine e hanno un forma a “C”.
Dolore al menisco: la tipica forma a “C” dei menischi
Hanno diverse funzioni, in particolare:
Come tutte le strutture del nostro corpo possono andare incontro a lesione, infatti le lesioni al menisco possono essere di duplice origine:
Per quanto riguarda le rotture traumatiche sono a maggior rischio i soggetti giovani (10-45 anni) che praticano attività sportiva, mentre relativamente alle rotture degenerative il rischio aumenta proporzionalmente all’età, indicativamente a partire dai 40 anni in poi.
Nei soggetti adulti in età pensionabile è comune individuare numerosi eventi di rottura meniscale nei soggetti che hanno lavorato a lungo sulle ginocchia o in posizione di squat.
Sintomi di un infortunio al menisco dipendono dal tipo e della posizione della rottura, in molti casi potrebbe anche non comparire alcun sintomo, soprattutto nelle fasi iniziali.
Nel caso di rotture traumatiche i sintomi più comuni di lesione al menisco sono:
In caso di rottura del menisco non è raro percepire un vero e proprio schiocco, ciononostante in un primo momento il dolore può essere ancora sopportabile, permettendo all’atleta di terminare l’attività in corso (nell’arco di 2-3 giorni tuttavia il ginocchio diventerà progressivamente più rigido e gonfio).
In assenza di trattamento, un pezzo di menisco può staccarsi e ritrovarsi libero nell’articolazione; questo può causare slittamenti, schiocchi o veri e propri blocchi del ginocchio.
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Adesso andremo ad esaminare alcuni test utili per verificare se sono presenti lesioni meniscali:
Test di Apley (Grinding test): Il paziente è prono e tiene il ginocchio flesso (60 gradi circa); il manipolatore ferma col ginocchio la parte posteriore della coscia e comprime l’articolazione premendo la pianta del piede. Poi ruota la tibia all’interno (menisco mediale) o all’esterno (menisco laterale). In caso di lesione al menisco interno, la rotazione esterna forzata del piede causa dolore sull’emirima articolare interna. Invece in caso di lesione al menisco esterno, la rotazione interna accentua il dolore. In entrambi i casi il dolore viene enfatizzato ancora tramite la pressione sulla pianta del piede.
Test di McMurray: Con il paziente supino, l’esaminatore ferma con una mano il tallone e con l’altra sostiene la parte inferiore del ginocchio, cercando di far estendere completamente il ginocchio mentre ruota la tibia prima verso l’interno poi verso l’esterno.
La comparsa di dolore nella flessione forzata suggerisce la presenza di una lesione a carico dei corni meniscali posteriori (queste porzioni meniscali scivolano all’indietro quando si flette il ginocchio e vengono compressi tra la superficie prossimale della tibia e i condili del femore), la comparsa del dolore in estensione forzata fa sospettare una lesione dei corni meniscali anteriori (nell’estensione, i menischi hanno la tendenza a slittare in avanti e i corni meniscali anteriori subiscono una compressione tra i condili tibiali e quelli femorali). Una sintomatologia dolorosa evocabile con 90 gradi di flessione è indice di una lesione del corpo meniscale. Il test di McMurray non deve essere effettuato durante la fase acuta e nel caso in cui sia presente una lesione del legamento collaterale in quanto la rotazione può aggravare la condizione del legamento collaterale lesionato e dare un falso positivo al test.
Esistono diversi tipi di lesione meniscale e vengono distinte in base alla sede e alla forma. In base alla sede le distinguiamo:
In base alla forma si suddividono in:
Le rotture o lesioni del menisco a volte si associano a lesioni legamentose, in particolare del legamento crociato anteriore, e a lesioni della cartilagine articolare.
Ne casi più semplici il trattamento RICE, dall’inglese Rest-Ice-Compression-Elevation è spesso più che sufficiente a favorire una rapida guarigione della rottura del menisco:
Si raccomanda inoltre di non esporre l’articolazione a fonti di calore eccessivo, causando vasodilatazione potrebbe peggiorare infiammazione e dolore.
I medici possono infine ricorrere alla prescrizione di antinfiammatori in grado di aiutare ad alleviare il dolore al ginocchio; poiché la frazione di farmaco che raggiunge l’articolazione del ginocchio è davvero minima, una buona opzione di trattamento è rappresentata dalle infiltrazioni di acido ialuronico, a favorire la lubrificazione articolare.
Un ruolo decisivo sia in termini di prevenzione che di trattamento è quello ricoperto dal peso corporeo; il recupero del proprio peso forma è una condizione imprescindibile per poter ridurre l’infiammazione e il dolore.
Potrebbe inoltre rendersi necessario modificare l’attività sportiva praticata, prediligendo sport che i cui movimenti non stressino eccessivamente il ginocchio.
Le lesioni più piccole tendono a guarire nell’arco di sei settimane circa, tempo che può essere impiegato al rinforzo della muscolatura attraverso un percorso fisioterapico di supporto.
Se il ginocchio rimane dolente, rigido o bloccato, o quando i sintomi non regrediscono spontaneamente, può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico benché la letteratura scientifica non ne dimostri in modo inequivocabile l’efficacia (soprattutto nel caso di rotture degenerative); da un punto di vista generale l’orientamento attuale prevede d’intervenire più spesso nei casi di pazienti giovani, mentre per meniscopatie che sorgono in età più avanzate è spesso preferito un approccio più conservativo.
L’intervento è in genere minimamente invasivo perché eseguito in artroscopia, secondo diverse tecniche in base alla situazione, ma di norma prevede:
Il tempo medio di degenza in ospedale è di una sola notte, ma in caso di lesioni non complicate viene talvolta scelto il regime di day hospital; l’artroscopia viene di norma eseguita in anestesia spinale (il paziente rimane sveglio, ma con le gambe addormentate; l’effetto termina in circa 3).
Dopo l’intervento chirurgico, convalescenza e riabilitazione sono determinanti per un corretto recupero. I tempi dipendono dal tipo d’infortunio, dalla tecnica dell’operazione e dallo stato di salute generale del paziente (nonché dalle sue caratteristiche, come un corretto peso corporeo).
Generalmente il paziente è in grado di camminare di nuovo nell’arco di pochi giorni, ma questo non esclude la necessità di ricorrere a un percorso graduale di fisioterapia; i tempi sono inferiori nel caso di rimozione, indicativamente occorrono:
In caso di suturazione:
In generale le cicatrici residue sono minime (2 o 3 incisioni lunghe 1 cm circa).
La rottura del menisco è un infortunio piuttosto comune nei soggetti che praticano attività sportiva, soprattutto quando si tratta di calcio, football americano, hockey su ghiaccio e tennis. Per ridurre il rischio di infortunio è consigliabile:
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